Senegal

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20 Luglio 2017

Questo viaggio nasce dalla richiesta di una mia cara amica di accompagnarla in Africa, alla riscoperta delle sue radici. Come dirle di no? Senegal, arriviamo!

Partiamo da Milano e dopo un volo di sei ore arriviamo a Dakar. Appena scese dall’aereo ci accoglie il caldo umido tipico del paese; i vestiti si incollano alla pelle e i capelli si arricciano. Prima di uscire dall’aeroporto ci sottoponiamo a dei controlli, che risultano un po’ più invasivi del previsto: rilievo delle impronte digitali, scanner della retina, controllo vaccini e richiesta dell’indirizzo in cui alloggeremo.

Fuori dall’aeroporto veniamo accolte dallo zio della mia amica che ci ospita a casa sua, dotata ancora di tutti i comfort (sciacquone, zanzariere, letti). 

SECONDO GIORNO

Decidiamo di andare al mercato dei tessuti HLM per incontrare due amici, come raggiungerlo? Con il taxi ovviamente, il mezzo più utilizzato in tutto il paese! La zia della mia amica contratta gentilmente per noi un prezzo adeguato in Wolof, la lingua ufficiale.

E’ importante sapere che ogni volta che si vuole comprare qualcosa, anche una tratta in taxi, bisogna negoziare! I turisti sono facilmente riconoscibili ed i commercianti tentano sempre di gonfiare il prezzo ma non bisogna demordere, l’arte della contrattazione si impara velocemente ed è anche divertente!

Il mercato di HLM (mappa) è caotico, pieno colori e profumi.

Senegal, mercato HLM

Qui è possibile trovare il famoso Wax, un tessuto in cotone stampato dai colori molto vivaci. Ne compriamo diversi per fare alcuni vestiti su misura dal sarto. E’ importante ricordare di lavarlo prima di metterlo! il tessuto è ricoperto da una cera protettiva che lo rende molto duro (per un vestito servono almeno tre metri di wax, per camicie o magliette ne basta uno).

TERZO GIORNO

Piroghe colorate sul Lago Rosa

 

Banano in fiore

Il Lago Rosa (mappa) ci aspetta! Purtroppo in questa stagione è poco rosa.. ma ugualmente suggestivo!
E’ caratterizzato da una particolare colorazione per via di un batterio che rilascia pigmenti rosa, specialmente nella stagione invernale. Il lago è circondato su un lato da una foresta tropicale, ricca di palme e banani in fiore, e dall’altro dalle dune del deserto. E’ possibile vedere tantissime piroghe colorate usate per il trasporto del sale.

QUARTO GIORNO

Partiamo per Louga (mappa) , piccola cittadina nell’entroterra, e andiamo a conoscere un altro ramo della famiglia della mia amica. Dopo un lungo e caldo viaggio a bordo di un “sept-place”, taxi a sette posti che vengono usati per i collegamenti fuori città, siamo ospiti a casa di una cugina. Qui, ha avuto inizio la vera esperienza della vita quotidiana senegalese.

Abbiamo dormito per terra insieme, mangiato dallo stesso piatto e siamo state cullate dal canto del muezzin alle cinque del mattino; sono stata accolta come un membro della famiglia: mi hanno fatto sentire a casa.

QUINTO GIORNO 

Andiamo a vedere Tare (mappa), un piccolo villaggio che si affaccia sul fiume Senegal. Qui, mi sono presa la peggior scottatura della vita perché mentre ascoltavo, completamente rapita, storie di streghe e danze tipiche del Senegal, ho dimenticato la crema! Abbiamo poi fatto un lungo bagno nel fiume, che era caldissimo e pieno di secche.

Siamo state poi gentilmente invitate da un uomo nella sua capanna per pranzare insieme e ripararci nelle ore più calde. Verso le sei del pomeriggio la spiaggia è stata invasa da centinaia di piccoli granchi viola. Ma non spaventatevi! Hanno molta più paura loro di noi! Se provate ad avvicinarvi si rintaneranno velocemente in piccoli buchi dentro la sabbia.

SAINT-LOUIS (mappa)

Qualche giorno dopo siamo state invitate da una lontana zia a Saint-Louis, prima capitale coloniale. A differenza delle altre città si possono scorgere facilmente le tracce occidentali: larghi viali, edifici colorati e balconate in ferro battuto. 

TOUBA  (mappa)

Dopo Saint-Louis non poteva mancare Touba: la città santa. Qui si trova la più grande moschea dell’Africa a sud del Maghreb. Prima di superare i cancelli della moschea è importante ricordarsi di:

  • Togliere scarpe, occhiali da sole e cappello e depositare tutto all’ingresso. Se indossate i sandali portate con voi un paio di calzini, le pietre sotto il sole potrebbero abbrustolirvi i piedi!
  • Parlare a bassa voce ed evitate di fare rumore;
  • Evitare di scattare foto durante le preghiere; 
  • Non camminare e non sostare davanti ai fedeli che pregano, poiché considerato poco rispettoso.

La moschea è una struttura maestosa, intimorisce ed affascina allo stesso tempo; si viene completamente avvolti dalla sua aura mistica e spirituale, l’intera esperienza viene accompagnata da un sottofondo di canti religiosi.




DAKAR

Dopo la splendida giornata a Touba prendiamo un altro sept-place per tornare a Dakar e raggiungere le ultime mete. Visitiamo il Monument de la Renaissance, il palazzo presidenziale e il mercato Sandaga, dove è possibile comprare di tutto: abbigliamento, cibo, gioielli.

Gorèe (mappa)

Il penultimo giorno andiamo a Gorèe, un’isola poco distante dalla capitale, raggiungibile con un traghetto in 20 minuti.

Nel link sottostante troverete prezzi ed orari dei traghetti:

http://www.senegal-online.com/tourisme_au_senegal/villes-et-villages-du-senegal/goree/horaires-de-la-chaloupe-de-goree/

Gorèe, dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, è il simbolo di 300 anni di schiavismo. Da questo luogo sono stati deportati milioni di schiavi, portati nelle Americhe per lavorare nei campi di cotone e di canna da zucchero.

Sull’isola è possibile trovare la “Maison des Esclaves” (Casa degli Schiavi), una vecchia residenza dove venivano trattenuti uomini, donne e bambini prima di essere venduti. La casa rimane l’ultima testimonianza a memoria di un passato di schiavismo. In quel periodo, tutte le case che davano sul mare, avevano questa funzione: sulle scale venivano fatte le contrattazioni per le vendite degli schiavi.

Il simbolo più agghiacciante dell’edificio è una semplice porta, da dove gli uomini sarebbero usciti e mai più tornati. L’ultima cosa che avrebbero visto della loro terra.

L’ultima porta attraversata dagli schiavi prima di lasciare per sempre la loro terra natia.

E’ il momento di tornare a casa, il viaggio di ritorno in aereo è stato estenuante.. è durato circa 24 ore, con scalo a Lisbona. Inutile dire che consiglio di prendere il diretto di Meridiana, se possibile!

Arriviamo a casa completamente distrutte ma con la valigia piena di mango, un enorme sorriso e la voglia di tornare sotto il caldo sole africano!

Consigli utili:

  • Portate sempre con voi una fotocopia dei documenti ed il libretto dei vaccini (la polizia ogni tanto effettua dei controlli, specialmente quando si viaggia in taxi)
  • Vaccini obbligatori: Epatite A e B, tifo e febbre gialla. E’ consigliata la profilassi antimalarica anche se non è obbligatoria!
  • Bevete SOLO acqua in bottiglia ed evitate il ghiaccio

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