Paese: Italia
Regione: Piemonte- Lombardia – Liguria
Data svolgimento: dal 5/08/2017 al 7/08/2017
Finita la sessione esami universitaria di luglio, spinto da una voglia irrefrenabile di avventura, decido di percorrere assieme a mia sorella una delle numerose vie del sale presenti in Italia: quella che partendo da Varzi (PV) arriva a Sori (GE); un tragitto lungo quasi 80 km che attraversa gli Appennini liguri e che veniva un tempo usato dagli antichi mercanti per trasportare il sale marino. Facendo una rapida ricerca, scopriamo che normalmente il percorso viene completato in tre giorni e viene consigliato il pernottamento nei vari rifugi situati lungo il tragitto, ma noi, spinti sia dalla voglia di avventura sia da quella di risparmiare, decidiamo con non pochi rimpianti successivi di portarci dietro una tenda. Risultato? Il mio zaino con un peso di 13 kg mentre quello di mia sorella con 10. La non consapevolezza di cosa vuol dire affrontare un cammino con un tale fardello ci spinge a partire senza troppe preoccupazioni e con grande entusiasmo.
Giorno 1 ( da Varzi al Monte Chiappo)
Il giorno della partenza ci svegliamo di buon’ora e prendiamo il treno delle 6 e 30 da Torino Porta Nuova diretti a Voghera da cui prendiamo il pullman per arrivare a Varzi, dopo aver effettuato un cambio ad Alessandria. Durata del viaggio? Ben 4 ore abbondanti. Per cui iniziamo il nostro cammino intorno alle 11 del mattino con il sole bello alto e rovente. Massì nessun problema siamo giovani e forti e nulla ci può fermare. Inizia così la nostra avventura.
La prima tappa prevede un tragitto di circa 20 km partendo appunto da Varzi e con arrivo previsto sul Monte Chiappo (1700 m ) affrontando un dislivello di circa 1300 m. Il primo tratto si dimostra subito molto ripido e sdrucciolevole e capiamo immediatamente che la nostra avventura sarebbe stata decisamente più faticosa di quanto immaginato; il primo paese che raggiungiamo è Monteforte dove ci rigeneriamo presso una fontana. Qui ci imbattiamo in un simpatico signore che ci consiglia un posto panoramico da cui possiamo ammirare Varzi e i dintorni. Dopo aver osservato questo bellissimo panorama ripartiamo immergendoci in un bosco che ci conduce sulla strada provinciale 91 la quale ci guida nella frazione di Castellaro, dove facciamo la nostra prima pausa pranzo a base di frutta!
Dopo esserci riposati un pochetto riprendiamo il cammino diretti verso la nostra prima meta: il monte Chiappo. Il sole è ancora alto (sono circa le 14) ma per nostra fortuna entriamo in un fitto bosco che tramite un sentiero ripido ci conduce ad il rifugio /bivacco Pian della Mora, sito proprio alla fine del bosco e all’inizio del pianoro che gli da il nome. Dopo averlo “visitato” continuiamo il percorso che presenta uno scenario completamente diverso; siamo infatti usciti dal bosco ed essendo saliti di altitudine ci troviamo all’aria aperta e possiamo scrutare un panorama spettacolare ,abbellito dalle luci che solo un sole calante può regalare. Giunti sul monte Boglelio (1470 m) ci accorgiamo che stiamo camminando esattamente sul confine tra Piemonte e Lombardia in una specie di percorso “neutrale” che ci conduce all’ultimo rifugio che avremmo trovato quel giorno, il rifugio Laguion. Desiderosi di arrivare alla meta il prima possibile non ci fermiamo nemmeno e continuiamo a camminare iniziando ad accusare i primi dolori ai piedi ed alla schiena.; ormai il monte Chiappo è in vista, mancano pochi km.
L’ultimo tratto di questa prima tappa probabilmente risulterà essere il più faticoso dell’intero viaggio. Giunti infatti a poche centinaia di metri dalla vetta una salita praticamente verticale si presenta dinanzi a noi: ultimi sforzi per un meritato riposo.

Giunti in cima (1700 m) il premio è una bella birra fresca ed un tagliere di salame, gentilmente regalatoci dai gestori del rifugio (sprovvisto di pernottamento). Dopo questo breve aperitivo sfruttiamo la poca luce ancora presente e montiamo la tenda. Ci troviamo esattamente al confine tra tre regioni : Liguria, Piemonte e Lombardia.

Giorno 2 ( dal Monte Chiappo a Torriglia)
Il mattino seguente ci svegliamo di buon’ora e dopo aver fatto colazione, accompagnati da una brezza leggera e piacevole, richiudiamo la tenda e ripartiamo. Dopo pochi minuti di cammino scorgiamo però in lontananza un cielo tempestoso che si avvicina molto rapidamente e non passa molto prima che la pioggia incomba su di noi. Essendo a metà strada esatta tra il Monte Chiappo e Capanne di Cosola , piccola frazione dotata di un albergo in cui è possibile sostare (se sprovvisti di tenda consiglio di terminare la prima tappa qui), decidiamo di proseguire verso questa struttura sperando di non essere folgorati da qualche fulmine.

Arriviamo nel bar dell’albergo qualche minuto prima che la pioggia evolvesse in un diluvio universale e qui notiamo numerosi viaggiatori con la nostra stessa meta; sfruttiamo così questo imprevisto per scambiare opinioni e consigli vari sul percorso. Dopo circa un’ora smette di piovere e possiamo finalmente ripartire. Il cielo burrascoso ha lasciato spazio ad un bellissimo sole e il tragitto che va da Capanne di Cosola a Capanne di Carrega probabilmente risulta, a parer mio, quello più spettacolare .
Continuando a camminare sulla cresta e dopo diversi sali e scendi arriviamo sul Monte Carmo (1550m) da dove si può scorgere un bellissimo panorama. Curiosità: da questo punto si inizia a seguire la linea di confine che divide il Piemonte dalla Liguria.

Scesi dal Monte Carmo entriamo in un boschetto che ci conduce alla località Capanne di Carrega dove è possibile mangiare e riposare presso un agriturismo situato appena fuori dal sentiero. Circa duecento metri dopo, sulla destra, riparte un sentiero sterrato tra i boschi che ci conduce prima al Monte delle tre Croci e successivamente dopo una faticosa salita al Monte Antola (1597m). Da qui oltre ad ammirare un panorama a 360 gradi è possibile ammirare anche il lago del Brugneto bacino idrico, realizzato nel 1959, che fornisce acqua alla città di Genova .


Dalla vetta del Monte Antola si scende subito verso la bella Cappella del Sacro Cuore e dopo una decina di minuti, al nuovo e bellissimo Rifugio Antola. Qui decidiamo di fermarci a bere una birra e conosciamo una simpatica ragazza che ci consiglia come raggiungere Torriglia, il paese in cui avremmo dovuto sostare per la notte. Alla nostra destinazione mancano ancora 9km e l’ultima tappa è quasi tutta immersa in un fitto bosco fino a quando non scorgiamo il paese dall’alto; da qui un’infinita e ripida mulattiera ci conduce a Torriglia. Ormai è pomeriggio inoltrato e, siccome non troviamo un posto sicuro dove piazzare la tenda, decidiamo di alloggiare in un maneggio (Il mulino del Lupo) dove conosciamo tre simpatici ragazzi. Il gestore del maneggio, simpatico e gentile, ci cucina una bella cenetta e ci fa compagnia per la sera. Dopo una bella doccia crolliamo nel letto stanchi e doloranti, ma emozionati per il giorno successivo dove avremmo visto finalmente il mare.
Giorno 3 ( da Torriglia a Sori)
La mattina ci svegliamo di buon’ora per fare colazione e mentre la consumiamo, il gestore della locanda ci propone di accompagnarci fino all’inizio del sentiero caricandoci sul suo pick-up e facendoci risparmiare almeno un’ora di cammino. Ovviamente accettiamo e con noi ci fanno compagnia i 3 ragazzi conosciuti la sera prima. Dopo aver salutato e ringraziato il gestore del noleggio ripartiamo in compagnia e dopo un breve tragitto percorso sulla strada asfaltata, imbocchiamo un sentiero nel bosco. Pochi chilometri è ci immettiamo nell’Alta Via dei Monti Liguri che ci conduce in due diverse località: Sottocolle e Sant’Alberto di Bargagli dove, vista la mancanza di fontane, chiediamo gentilmente un pò di acqua agli abitanti.
Dopo una sosta pranzo ripartiamo imboccando un sentiero nel bosco abbastanza sdrucciolevole e ripido che ci conduce alla base del Monte Bado dove incontriamo dei bellissimi cavalli. Decidiamo di percorrere il percorso un po’ più lungo ma meno faticoso che lo aggira e dopo un po’ giungiamo sulla strada provinciale 67. Da qui finalmente vediamo il mare e proviamo un’emozione immensa! Dopo una 70 km di fatica e montagne quella visione ci riempe di gioia.

Caricati da questa visione iniziamo a scendere verso il mare tramite una ripida mulattiera che ci spacca letteralmente i piedi; ma che importa, il dolore ormai è compensato dalla voglia di buttarci in acqua. Ed ecco che dopo un’oretta arriviamo finalmente a Sori e poi sul mare! Ce l’avevamo fatta.. dopo quasi 80 km il mare era li davanti a noi.

Consigli:
- Non portatevi una tenda se pesa troppo, dormire nei rifugi a mio avviso è una soluzione migliore.
- Non ci sono tante fontane per cui rifornitevi bene di acqua quando possibile.
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